I Bot non rendono e torna il mattone

L'asta di Bot a 6 mesi del Tesoro fa il pieno ma per i piccoli risparmiatori è ormai tempo di cambiare strategia. Sotto la lente delle famiglie torna, quindi, il mattone, mentre l'esercito del risparmio gestito diventa sempre più grande e il mercato degli Etf prende quota. La scelta d'investimento appare ancor più obbligata guardando i risultati dell'ultima asta del ministero dell'Economia che ha piazzato tutti i 6,5 miliardi di buoni ordinari a 6 mesi ma con un rendimento ai minimi storici: zero (0,196%). Il dato che balza agli occhi, nonostante questo tasso, è la forte domanda arrivata, pari quasi al doppio dell'offerta immessa dal Tesoro: 11,7 miliardi di euro. A fare incetta di Bot sono stati gli investitori istituzionali, tra banche, fondi d'investimento e trader. "Se ci stupisce che qualcuno compra un Bot italiano a zero, teniamo sempre presente che c'è chi è disposto a comprare carta tedesca o finlandese fino a sette anni a tassi negativi", fa notare la strategist di Intesa Sanpaolo, Chiara Manenti. E il motivo per cui l'asta è andata a ruba è semplice: eccesso di liquidità dovuta dalle politiche monetarie espansive delle banche centrali, in primis dal Quantitative easing della Bce. Conseguenza, sul mercato si innesca una domanda speculativa che anziché puntare al rendimento di medio termine determina un'ottica di brevissimo termine, che spinge gli operatori a fare arbitraggio o a scommettere su un possibile ulteriore rialzo dei prezzi. L'alternativa sarebbe comprare t-bill tedeschi che riconoscono rendimenti ben più negativi (-0,20%). Ecco quindi che, con lo spread Btp/Bund sotto quota 120 punti (rendimento del decennale dell'1,33%), i risparmiatori devono cambiare strategia e scartando strumenti ormai inappetibili come conti deposito, titoli di Stato o, sul fronte postale, libretti di risparmio e buoni fruttiferi. Lasciando il campo al mattone che sta riprendendo quota, mentre si fanno strada i gestori del risparmio e gli Etf grazie al comparto azionario che si presenta sui livelli precedenti al crac Lehman Brothers.
IL MATTONE. Il raffreddamento dei prezzi delle case sta rendendo appetibili negli ultimi tempi anche immobili che prima non erano accessibili. A questo fattore si aggiunge poi l'effetto Bce: la politica monetaria avviata dall'Eurotower punta a offrire maggiore accesso al credito per le famiglie, in virtù della massiccia iniezione di liquidità arrivata alle banche. Non è un caso, quindi, se nei tre mesi da dicembre a febbraio, secondo i dati forniti dall'Abi, i mutui per l'acquisto di case hanno registrato un balzo del 42,4% rispetto a un anno prima.
RISPARMIO GESTITO. L'altra faccia della medaglia dei titoli di Stato è l'industria del risparmio gestito. Che mese dopo mese sta aggiornando nuovi record. Il settore, positivo da 9 trimestri, secondo i dati di Assogestioni, ha raccolto a marzo 23 miliardi e 52 miliardi nell'arco del trimestre. Il patrimonio è volato, quindi, oltre quota 1.700 miliardi mentre i fondi aperti (+15,5 miliardi) si confermano protagonisti della raccolta, per loro il miglior trimestre degli ultimi 16 anni (+36 miliardi). Sul podio della raccolta si piazzano Intesa Sanpaolo con 8,9 miliardi (7,2 miliardi della controllata Eurizon Capital), Pioneer (gruppo Unicredit che a breve sarà integrato con l'asset management del Santander) con 2,8 miliardi e Generali (1,8 miliardi).
ETF. Di pari passo col risparmio gestito nell'universo dei prodotti d'investimento avanzano gli Etf (Exchange Traded Fund). Uno strumento ancora sconosciuto a molti che offre però commissioni più basse, maggiore trasparenza e un asset allocation semplice. Acquistando un Etf è possibile investire su un intero indice di mercato (ad esempio Ftse Mib, Dax, Nasdaq 100, S&P 500) in tempo reale ad un prezzo che riflette perfettamente il valore del fondo in quel preciso momento. A questo si aggiunge la possibilità di avviare una strategia di asset allocation per diversificare il proprio portafoglio nella classica ripartizione 60% azioni 40% obbligazioni.
MATERIE PRIME. Infine, le materie prime. E' evidente la forte incertezza nei confronti dei due principali protagonisti di questo mercato: il petrolio e l'oro. Una debolezza che, secondo molti operatori, è destinata a durare ancora a lungo visto che i cicli delle commodity hanno una durata più lunga nel tempo.(ANSA).



Notizia del : 14-05-2015

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